Dopo aver programmato e pianificato, dopo aver fatto le scelte relative alle sedi di allenamento, alle attrezzature, alla logistica ed a quant’altro possa determinare il buon esito di una preparazione, è poi l’allenamento reale che determina il tipo di risultato che si può raggiungere.
Poichè la preparazione fisica delle ginnaste è un punto irrinunciabile per poter affrontare in sicurezza i movimenti di alto livello della nostra disciplina, risulta fondamentale individuare atlete motivate ad affrontare questo tipo di preparazione che è di grande sacrificio sia dal punto di vista fisico che mentale. Il pensare di affrontare il lavoro tecnico senza prima aver continuamente affinato le proprie capacità attraverso la preparazione fisica specifica espone le atlete a maggior rischio di infortunio oltre ad una maggiore probabilità di insuccesso nella realizzazione dei movimenti.
Teoricamente penso che quasi la totalità degli allenatori si possa ritrovare su questi principi, il problema nasce quando ci si scontra con le difficoltà reali che le ginnaste incontrano nel mantenere alta la propria motivazione quando si trovano ad affrontare un lavoro così intenso e pesante. Purtroppo non ci possono essere vie di mezzo o compromessi su questo aspetto e tutte le ginnaste devono essere ben consapevoli di questo. In questi frangenti è importantissimo il mantenimento dei propri ruoli: le ginnaste devono portare a termine col massimo impegno ciò che l’allenatore propone loro con la massima attenzione ai soggetti che ha di fronte. Se questo presupposto non viene mantenuto è assolutamente controproducente proseguire incanalandosi sullo studio tecnico di difficoltà e combinazioni più o meno complesse. E’ necessario correre il rischio che l’atleta decida di interrompere la sua preparazione, accettando questo fatto come un ineluttabile epilogo, nel momento in cui la motivazione dell’atleta non è più sufficiente a sostenere il lavoro richiesto. E’ talmente alto il target da raggiungere che solo poche atlete hanno la possibilità di riuscirci, se però non si riesce a motivare queste atlete verso il massimo del sacrificio nel momento fondamentale nel quale si gettano le fondamenta di tutto ciò che si dovrà costruire, tutto risulterà vano. Di certo queste ginnaste resteranno ottime ginnaste ma non sarà possibile compiere quell’ultimo scalino che fa la differenza ad alto livello.
Enrico Casella
(direttore tecnico Brixia)
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